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Madre

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Un giorno stavo ascoltando la radio. Trasmettevano una canzone qualsiasi che me ne ricordava un’altra: «Oh, desidero ardentemente veder mia madre sulla soglia». Per Dio! dissi, la capisco questa canzone. Spesso ho desiderato ardentemente vedere mia madre sulla soglia. Effettivamente stava di frequente nei vani di svariate porte a guardarmi. Un giorno stava esattamente in questo modo sulla soglia di casa, l’oscurità del corridoio dietro di lei.
(...)
Sulla porta di cucina disse: Non finisci mai di mangiare. Ti aggiri senza senso. Che ne sarà di te?
Poi mia madre morì.
Naturalmente per il resto della vita ho desiderato ardentemente di vederla, non solo sulle soglie, ma in un altro gran numero di posti – in sala da pranzo con le zie, alla finestra che guarda su e giù l’isolato, in giardino fra le zinnie e le tagete, in soggiorno con mio padre.
Stavano seduti su comode poltrone di cuoio. Ascoltavano Mozart. Si guardarono sorpresi. Sembrò loro di essere appena arrivati con la nave. Di aver appena imparato le prime parole inglesi. Sembrò loro che lei avesse appena lasciato il negozio per la cucina.
Vorrei poterla vedere sulla soglia del soggiorno. Stette là per un attimo. Poi si sedette accanto a lui. Avevano un giradischi costoso. Ascoltavano Bach. Lei gli disse: Parla un pochino con me. Non parliamo più come una volta.
Sono stanco, disse lui. Non lo vedi? Oggi ho visitato forse trenta persone. Tutte malate, tutte che parlano parlano parlano. Ascolta la musica, disse lui. Una volta eri molto intonata. Sono stanco, disse lui.
Poi mia madre morì.




Grace Paley 'Madre', Narratori di poche parole Guanda
Traduzione di Luigi Schenoni

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